Corona dei sette dolori della Beata Vergine Addolorata
Un intervento di S.S a Radio Mater
Il Sabato Santo. La sofferenza della Madonna.
L’ora della Madre.
Il Sabato Santo e’ il giorno dell’attesa, dolorosa e gioiosa, della Risurrezione del Signore, e questa fede nella Risurrezione l’aveva solo Maria, che sapeva che Dio e’ fedele alle Sue promesse.
E’ il giorno del silenzio. Gesù e’ morto, il Suo Corpo e’ steso nel Sepolcro,e il Cuore Immacolato di Maria e’ lì con Lui. La Madonna ha compiuto gli ultimi gesti per riporlo, non solo lo ha vegliato, ma lo ha adorato fino alla fine, dalla culla alla tomba. La prima e ultima adoratrice di Gesù. Non lo ha adorato come gli altri, per i segni e i prodigi, o quando era più conforme all’immagine che ognuno si faceva di Lui, quando soddisfaceva le attese personali dei discepoli, e magari rifiutato quando era deriso, sbeffeggiato, sputacchiato. La Madonna Lo ha adorato SEMPRE.
Il Venerdì Santo la Madre ha immolato il Figlio sul Calvario e ha immolato Sé stessa con Lui, perché ha cooperato con le sue immani sofferenze – che sono tutti i patimenti del Figlio nel suo Cuore Immacolato- alla nostra salvezza.
Quindi, nell’anima della Madonna vi erano le sofferenze del Figlio unite alle sue sofferenze di Madre, prodotte dai nostri peccati, dalle ingratitudini dell’umanità’ verso il Figlio di Dio.
Immaginiamo la sofferenza di una qualsiasi madre che vede il figlio soffrire e morire.
Ma Maria non e’ una madre qualsiasi. Maria e’ l’Immacolata Madre di Dio. E non soffre meno perché Immacolata e perché Madre di Dio. Proprio tutto il contrario, perché il Suo è il Cuore Immacolato. Tutto e’ proporzionato. E’ Dio stesso che e’ offeso, oltraggiato, deriso, bestemmiato. Maria soffre come Madre e come Figlia prediletta di Dio. Una sofferenza unica, perché Lei era davvero crocifissa, nel Suo Cuore, insieme a Gesù. Il suo e’ lo strazio di un Cuore Immacolato, tanto delicato, eppure tanto forte. Nessuno e ‘ più forte di Lei sotto la Croce. Perché tutti sono fuggiti. Solo Lei sta ritta, ferma, immobile, come il Suo Gesù. Anche Lei non voleva altro sostegno che la stessa Croce del Figlio.
Quanta nobiltà c’e’ nella sofferenza di Maria, quanta compostezza e generosità. Lei non pensava affatto alla Sua sofferenza, se no sarebbe stata in ginocchio, gettata a terra sotto la Croce. La viveva, ma la immergeva tutta in Gesù, dentro il Suo Sacro Cuore, dentro la ferita aperta del Suo costato, dentro le Sue piaghe. Anche noi, sembra dirci Maria, dovremmo pensare meno alla nostra sofferenza, per pensare di più a quella di Gesù, che ha offerto tutto per noi, fino all’ultima goccia del Suo Preziosissimo Sangue.
Nella Madonna la gioia e la sofferenza sono sempre state unite. Come avrà vissuto dunque Maria Santissima quel Sabato Santo? Tra le sofferenze e la gioia dell’attesa. Aveva ancora davanti agli occhi lo strazio del giorno prima, e nel Cuore le bestemmie degli uomini ingrati. L’ingratitudine e’ la cosa che l’ha addolorata di più, e poi la pietra che chiuse il Sepolcro, la prova finale, forse la più grande.
C’e’ un dolore più grande, anche per noi, che perdere Gesù, non vederlo più, non sentire più la Sua voce? Maria lo aveva già provato nello smarrimento del Fanciullo Gesù al Tempio. Anche ora ha fede, anche se soffre immensamente come quel giorno con Giuseppe, ma anche ora la fede e la speranza consolano il suo Cuore Immacolato.
Quando muore una persona cara si soffre moltissimo, ci sembra di morire con lei. Pensiamo allora a Maria, la più perfetta tra le creature, l’Immacolata, che perde Gesù che da sempre sa essere il Figlio di Dio, non solo figlio suo. Lei perde il figlio suo e il Figlio di Dio insieme. Ci potrà mai essere un dolore più grande di questo?
Vive tutto da sola, perché nessuno può consolare Maria in questo momento. In Lei non si e’ mai spento l’amore. Non si sono mai spente la fede e la speranza, perché Lei era da sempre e per sempre tutta di Dio. Sua Serva e serva degli altri, serva e madre degli apostoli e di tutti. Il Sabato Santo sembra che tutto finisca, ma non tutto finisce per Maria, perché la Sua offerta, il Suo sacrificio al Padre continua. Il dolore del sacrificio che prova il Figlio si arresta con la morte, ma continua quello della Madre.
Il Sabato Santo Maria continua ad offrire Sé stessa, continua ad immolare con amore Sé stessa al Padre dopo aver acconsentito con amore ad immolare il Figlio sulla Croce. Maria non e’ passiva nel dolore, non lo e’ mai stata, ma e’ attiva ancor più nel Sabato Santo. Con la Sua fede e la Sua obbedienza ha cooperato alla nostra salvezza. Quanto dobbiamo alla Sua sofferenza!
Il Sabato Santo per Maria e’ un nuovo inizio. Lei Lo aspetta in quella che e’ la Sua ora, l’ora della Madre, nascosta, come sempre. Lo ha sempre aspettato, quando da bambina meditava le Scritture e attendeva il Messia, quando Lo ha accolto nel Suo grembo immacolato per nove mesi, e poi nella predicazione, nella fatica, nei disprezzi. Era sempre con Lui, Lo ha sempre aspettato. Anche ora, aspetta.
E’ l’unica a credere che risorgerà. Ci precede, come sempre. E’ la prima a credere che non solo la croce, ma quella pietra che chiude il Sepolcro non e’ l’ultima parola. La prima di tutte quelle madri che seppelliranno i loro figli e crederanno che risorgeranno. E la prima che aspetta con gioia, la prima a testimoniarci che bisogna attendere Gesù con gioia, fede, speranza, abbandono alla Sua Volontà, anche e ancor più quando tutto sembra perduto.